Lo Specchio Magico: chiaroveggenza e divinazione per l’evoluzione spirituale

specchio magico ars magna
R.Magritte, La reproduction interdite, 1937

Chiaroveggenza e divinazione come pratica di evoluzione spirituale

Lo specchio magico è uno strumento tradizionale per l’esercizio della chiaroveggenza, costituito essenzialmente da un vetro con fondo nero opaco. Invece dell’illusione di uno spazio fisico replicato in tutti i suoi limiti, l’oscurità dello specchio magico ci offre una illusione di profondità, indistinta ed infinita.

specchio magico ars magna
G.De la Tour, Maddalena, 1625

Nella visione normale, la nostra coscienza seleziona soltanto pochi elementi essenziali e lascia al cervello il compito di completare l’immagine. Guardando nello specchio nero, dove gli elementi percepibili dall’occhio fisico sono pochi ed indistinti, questo processo si enfatizza, ovvero l’immagine che percepiamo è costruita in massima parte dal cervello, con ricordi e proiezioni. Questo semplice meccanismo biologico sta alla base dell’utilità dello specchio magico in primo luogo come strumento per vedere l’inconscio, ovvero per rovesciare la normale visione verso l’interno.

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Ci sentiamo spesso dire che la percezione è influenzata dall’esperienza e dallo stato psicofisico, ovvero che vediamo solo quello che vogliamo vedere: gli esercizi con lo specchio nero hanno in primo luogo la funzione di farci toccare con mano la realtà di questa affermazione. Se diamo uno sguardo allo scaffale di una biblioteca, saremo in grado di ricordare una decina di titoli. Questo accade perché il cervello ha registrato l’immagine dello scaffale, ma l’inconscio ne ha selezionato solo i punti che al momento riteneva essenziali per riconoscerla. Se superiamo la barriera dell’inconscio, possiamo attingere all’informazione originale, non filtrata, con tutti i dettagli che erano stati tralasciati.

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Se realizziamo quanto di costruito da noi c’è in quello che crediamo di vedere oggettivamente, possiamo in primo luogo riconoscere le nostre costruzioni come parte di noi stessi, analizzarle, comprenderle, e quindi imparare a liberarci dal condizionamento utilitarista dell’inconscio. Una volta che abbiamo imparato a vedere anche quello che il nostro inconscio sceglierebbe di tralasciare, possiamo valutare diversamente quanto cercava di imporci come reale, ovvero cambiare radicalmente la nostra concezione della realtà, e questo non per una scelta intellettuale o per un atto di fede, ma sulla base di una esperienza concreta.

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R.Magritte, Clairvoyance, 1936

Lo specchio magico può essere un valido strumento per rivelare in prima istanza quello che il nostro ego vuol farci vedere, e quindi per entrare nella dimensione interiore e scoprire quello che non vorrebbe che noi vedessimo. Una volta che abbiamo iniziato a liberarci dai timori e dalle aspettative con cui l’inconscio condiziona la nostra capacità di percezione e quindi la nostra esperienza del reale, possiamo accostarci all’esercizio della visione interiore e farne uno strumento efficace per lo sviluppo di qualità come la chiaroveggenza, nel suo senso spirituale di capacità di vedere oltre il condizionamento dell’illusione dualista dell’ego.

Una volta sbloccato questo processo, molte strade si aprono alla consapevolezza: sta a ciascuno di avviarsi su quella più consona alla sua natura e alle sue aspirazioni. Sarà in ogni caso un percorso di libertà e sviluppo interiore, perchè intrapreso a partire da una esperienza autentica.

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